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Bernhard Haring
"Dio mi ha benedetto, ho lavorato a lungo e
con vigore, ora attendo sorella morte". E’ con
queste parole nel cuore – parole che durante i
suoi ultimi mesi di vita aveva ripetuto tante
volte – che all’età di 85 anni il padre Bernhard
Häring ha umilmente accolto ‘sorella morte’ il 3
luglio 1998 nella Comunità dei Redentoristi di
Gars-am-Inn, Germania.
Molti ritengono che Padre Häring, che si colloca
fra i più egregi fondatori dell’Accademia
Alfonsiana, sia da ritenersi il più eminente
teologo morale cattolico del XX secolo. Infatti,
il suo contributo nel campo della teologia
morale è davvero notevole. E’ autore di 104
libri che contano più di 300 traduzioni. Ha
pubblicato più di 1000 articoli in varie lingue.
Premi ed onori sono piovuti sulla sua persona,
ivi compreso il "National Catholic Book Award"
della Catholic Press Association ed il
prestigioso Premio polacco Wlodzimierz Pietrzak.
Il suo nome figura inoltre nell’elenco del Who’s
Who ("Personalità che contano") degli Stati
Uniti, dell’Europa, della Germania e del Mondo
ed è menzionato nel Dizionario della Biografia
internazionale e degli autori e scrittori
internazionali della Who’s Who. Padre Häring fu
professore in molte università prestigiose, ivi
comprese la Fordham University, Yale, Brown,
Temple, l’Università di San Francisco e
l’Istituto Kennedy per la bioetica della
Georgetown University. |
Padre
Häring nacque il 10 novembre, 1912 a Böttingen
(Germania), figlio di Johannes e Franziska
Häring. Crebbe circondato dall’amore della sua
famiglia. Insieme ai suoi 11 fratelli e sorelle
ebbe la fortuna di poter contare su genitori
ideali che vissero appieno la loro fede e
seppero tramandarla ai loro figli non soltanto a
parole ma anche con l’esempio. Tre sorelle di
Padre Bernardo entrarono nella vita religiosa.
Da piccolo era più facile trovarlo a cavalcare o
a giocare all’aria aperta anziché chinato sui
libri di studio. Ma in un suo articolo J. Gadoua
racconta che il giorno della sua prima comunione
il giovane Bernardo esclamò: "Voglio essere un
santo!", al che sua sorella rispose: "Bè, perché
no?" Fu questo evento che lo incoraggiò per
tutta la vita a sforzarsi di essere la persona
che Dio voleva che egli fosse.
A 12 anni, Bernardo entrò nel seminario di
Gars-am-Inn; ne uscì primo della classe. Entrò
nel noviziato Redentorista nel 1933; sei anni
dopo, terminati i suoi studi, fu ordinato
sacerdote. Era entrato nella famiglia dei
Redentoristi con un sogno: diventare
missionario. Quando, bagagli in mano fu pronto a
partire per il Brasile, il suo Superiore gli
chiese di dedicarsi invece allo studio della
teologia morale. Fu un momento molto critico per
Padre Häring; ma fu anche un momento di grazia
perché Padre Häring prese totalmente a cuore la
sua nuova missione. Aveva appena iniziato gli
studi quando questi furono interrotti dalla
Seconda Guerra Mondiale. Dopo la guerra continuò
gli studi e prese il dottorato in sacra teologia
all’Università di Tübingen nel 1947. Insegnò al
Seminario Redentorista di Gars-am-Inn fino al
1949, poi iniziò a dedicarsi alla sua cara
Accademia Alfonsiana. Fu una delle forze motrici
che durante i primi anni dell’Accademia
aiutarono a farla diventare quella Facoltà
mondiale che da allora in poi ha caratterizzato
la storia dell’Accademia. Nel 1954 Bernhard
Häring pubblicò la sua prima opera maggiore di
teologia morale: La Legge di Cristo. Secondo
Charles Curran, già studente di Padre Häring e
oggi teologo famoso, questa opera "proponeva una
teologia morale incentrata sulla Bibbia, sulla
liturgia, sulla cristologia e sulla vita, che si
opponeva al metodo dei manuali il cui solo
interesse era di addestrare i confessori al
sacramento della penitenza insegnando l’arte di
distinguere ciò che è peccato e di
quantificarlo". Curran aggiunge: "La teologia
morale di Häring era fondata sull’alleanza…
sulla buona novella che annuncia il dono
amorevole fattoci da Dio e sulla nostra grata
risposta. I cristiani sono chiamati ad una
continua crescita e ad una graduale conversione
nella loro vita morale e nei loro molteplici
rapporti con Dio, con il prossimo, con il mondo
e con se stessi. Egli si opponeva risolutamente
ad ogni legalismo che facesse di Dio un
controllore anziché un salvatore di grazia". La
legge di Cristo è stata tradotta in ben
quattordici lingue ed ha fatto di Padre Häring
uno dei più esimi teologi morali del XX secolo.
Il Papa Giovanni XXIII nominò Padre Häring
membro della Commissione Preparatoria del
Concilio Vaticano II. Nel diario di Papa
Giovanni XXIII troviamo scritto che egli era
pienamente d’accordo con Padre Häring sulle
prospettive che il Concilio Vaticano avrebbe
potuto raggiungere. Nel suo primo anno di
papato, Paolo VI affidò a Padre Häring
l’incarico di gestire il ritiro annuale per se e
per la Curia Romana. Fu segretario del comitato
editoriale che curò la redazione della
Costituzione Pastorale su "La Chiesa nel mondo
contemporaneo"; al termine il Cardinale
presidente della commissione si riferì
pubblicamente al Padre Häring chiamandolo il "quasi-padre
della Gaudium et Spes". Nel 1978, Padre Häring
pubblicò la sua seconda opera di teologia morale
in tre volumi, Liberi e fedeli in Cristo che
costituiva un passo avanti verso "un modello più
relazionale per una vita morale ed il rifiuto
del modello legalista". Dopo il suo pubblico
dissenso nei confronti dell’enciclica Humanae
Vitae che nel 1968 condannava la contraccezione
artificiale, durante gli anni settanta Padre
Häring fu inquisito dalla Congregazione per la
Dottrina della Fede. Rispose loro Padre Häring:
"Ho ricevuto più benedizioni che sofferenze da
alcuni uomini di Chiesa, per i quali prego
costantemente". Nel 1979 gli venne diagnosticato
un tumore alla gola. Coraggiosamente egli lottò
contro il male senza mai perdere il suo spirito.
Dopo una serie di trattamenti chirurgici gli fu
tolta la laringe e non poté più esprimersi per
vie normali. Era diventato arduo farsi capire.
Quanto deve essere stato difficile questo
momento per un uomo nato per essere predicatore
e professore. Anche allora la sua enorme fede
nell’amato Redentore e nella nostra Madre del
Perpetuo Soccorso non smise mai di confortarlo e
di alimentarlo.
Padre Häring fu un teologo famoso a livello
mondiale, fu un noto autore, professore,
direttore spirituale, riformatore della Chiesa.
Coloro che hanno studiato sotto la sua guida - e
furono migliaia -, coloro che hanno preso parte
ai suoi seminari, ai suoi ritiri, si sono
rivolti a lui quale direttore spirituale, o
hanno vissuto con lui, lo ricorderanno
soprattutto come un umile uomo di Dio. Un suo
confratello ci ha confidato: "Ogni volta che ho
incontrato Padre Häring sono sempre rimasto
impresso dalla sua umiltà e dalla sua
gentilezza. Quando ormai era più avanti nell’età
mi pareva di trovarmi davanti quel nonno
gentile, pieno di saggezza, di nozioni, di
esperienza, che ognuno sarebbe stato fiero di
avere. La sua presenza riusciva a trasmettere
una sensazione di preghiera e di santità".
Il tema della pace e della nonviolenza è stato
sempre al centro della sua attività di
riflessione e ricerca fino ad arrivare a
proporre la difesa nonviolenta di ispirazione
ghandiana come unica modalità di difesa
cristianamente ammissibile. Oltre ai diversi
riferimenti a questi temi presenti all'interno
delle sue opere di teologia morale segnalinamo
in particolare i seguenti testi interamente
dedicati a presentare il suo pensiero in
proposito: B. Haring, La forza
terapeutica della non-violenza, Paoline,
Cinisello Balsamo (MI) 1987
B. Haring – V. Savoldi, Il Vangelo che ci guarisce. Dialoghi sulla
nonviolenza, Edizioni Messaggero, Padova 1988 |