Il testo rappresenta un bell’esempio
della vivacità e profondità di impegno e
competenza di larga parte del nostro corpo
insegnante. A partire dal tema del benessere
scolastico, sviluppa una proposta
teorico-metodologica convincente che mira a
migliorare la qualità della vita a scuola e
delle relazioni interne al gruppo classe e al
contempo a veicolare all’insegnante un bagaglio
di competenze efficaci al fine di gestire le
relazioni, specie quando queste si presentano
sotto forma di conflitto. La Metodologia della
Narrazione e della Riflessione (MNR) in esso
presentata, rappresenta il punto di arrivo di
un’esperienza interessante di ricerca e
partecipazione che vede protagonisti insegnanti,
dirigenti, esperti e consulenti esterni
accomunati dal desiderio di uscire dalla mera
logica dell’emergenza che troppe volte si
accompagna alla riflessione sulla vita
scolastica e dalla scommessa sulle potenzialità
positive presenti nei ragazzi e nelle ragazze
che la vivono. A partire dall’ascolto dei
ragazzi la metodologia presentata delinea uno
stile di rapporti (docente-allievo,
allievo-allievo ma anche scuola-famiglia ecc.)
orientato alla costruzione di alleanze basate
sul reciproco rispetto, sulla fiducia tra le
parti, sulla possibilità continua di ricostruire
e re-inventare i rapporti. Il volume rappresenta
una importante testimonianza di un percorso
concreto, organico, strutturato e
scientificamente documentato (cosa assai rara),
che nel raccontare la genesi di una buona
pratica nata e cresciuta nel territorio
genovese, e che oggi si pone il problema di una
più ampia diffusione e trasferibilità, dimostra
al contempo la grande potenzialità collegata
alla capacità di lavorare insieme nel mondo
della scuola.
Il volume “Bullismo a scuola tra immagine e
realtà” rappresenta, per così dire, una
esemplificazione dell’uso della MNR. La
metodologia MNR viene infatti utilizzata, in
sottofondo, per affrontare ed esplorare il
fenomeno del cosiddetto “bullismo” e apre uno
scenario interpretativo capace di ricondurre
tale ambito (come ben sappiamo poco definito e
troppo abusato nel linguaggio comune)
all’interno di un discorso più generale sul
benessere scolastico, sui percorsi e sulle
dinamiche di socialità all’interno delle classi.
L’emergenza “bullismo”, tanto presente nei
mass-media, sembra rappresentare, per gli
autori, un’occasione preziosa per volgere uno
sguardo privilegiato al modo di vivere dei
nostri bambini e dei nostri ragazzi a scuola,
per restituire loro la parola (a tutti e non
solo a presunti vittime o carnefici), per
ascoltare e comprendere la complessità delle
trame sociali da loro abitate e per sostenerli
nella fatica di imparare a costruire rapporti
significativi tra loro. Nato come sintesi del
Convegno finale collegato al progetto
“SicuraScuola – Un impegno sociale collettivo”
per prevenire la violenza scolastica e favorire
la sicurezza nella scuola con riferimento al
territorio della provincia di Genova, si
focalizza sulla messa in discussione dei forti
pregiudizi e stereotipi da cui l’emergenza
“bullismo” nasce e al tempo stesso, in un
circolo vizioso, alimenta. A partire da questa
analisi arriva a proporre un modo di guardare
agli inevitabili problemi collegati alla
responsabilità educativa in un modo più sereno e
profondo, basato sulla valorizzazione delle
risorse professionali e umane già in possesso
degli insegnanti ma al tempo stesso capace di
stimolare in loro, e in tutti il mondo adulto,
un impegno continuo verso nuove e più efficaci
competenze necessarie ad affrontare questioni e
problemi che si propongono con sempre maggiore
complessità.
Fabrizio Lertora
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