Jean Giono (Manosque, 1895- 1970) è nato e vissuto in Provenza da famiglia contadina di origine italiana, ed ha combattuto durante la prima guerra mondiale. Autodidatta dalla curiosità illimitata e dalla cultura immensa, ha scritto romanzi, saggi, poesie ed altro ancora, con uno stile naturale, diretto e franco. In questo scritto affronta nel modo più limpido e completo il tema della pace e della guerra con considerazioni su due categorie sociali esistenti ieri come oggi, i contadini appunto e gli operai. Giono indirizza ai contadini questa lettera nel luglio del 1938, quando il secondo conflitto mondiale, che dopo il primo avrebbe seminato ancora morte e distruzione ed avrebbe contribuito a snaturare ulteriormente il lavoro e la vita stessa di tutti gli uomini, contadini compresi, già faceva sentire le sue avvisaglie e già propagandava ideali di eroismo e di progresso contrari a quelli che Giono considera i più legittimi e naturali per l’uomo.
Per Giono la contrapposizione tra operai e contadini è la stessa che intercorre tra un approccio artificiale ed uno naturale al mondo. La meccanica e l’industria moderna hanno portato solo al denaro e al baratto col denaro, che toglie alle cose il loro reale valore e spinge all’avidità ed alla violenza. Il contadino invece non ha mire di profitto, si nutre del frutto del proprio lavoro e ne gioisce nella sua naturale indipendenza economica, senza desiderare più di quello che gli serve.
La perenne superiorità della natura sulla tecnologia, la salvezza dell'uomo attraverso un lavoro naturale (che solo sa dare senso alla sua fatica), la celebrazione dell'”eroico” individualismo spinto fino all'anarchia, il senso della misura, la condanna del capitalismo e del comunismo (che altro non sarebbe se non un capitalismo di Stato): questi gli elementi alla base del pensiero morale di Giono presenti in questo testo, che portano a considerarlo quindi un sostenitore del “pacifismo” in un senso antico e diretto, proprio perché congenito all’uomo. Giono anticipa la posizione di chi oggi è contro le guerre, tutte e senza distinzione, senza confondere divise e armi come “missioni di pace”.
Maria Celentano
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