L'atteggiamento della chiesa verso la guerra è
oggetto di interesse a vari livelli: dall'arena
internazionale alla dimensione soggettiva e di
coscienza. La categoria di "guerra giusta" è
tuttora oggetto di un dibattito che si articola
nella tensione tra il richiamo evangelico al
rifiuto della violenza e la necessità di
governare una società in cui l'ordine può essere
imposto anche con le armi. Questo volume
ricostruisce lo sviluppo delle posizioni
cattoliche rispetto alla guerra nel corso del
Novecento, a partire dalla proclamazione della
Grande Guerra come "inutile strage" da parte di
Benedetto XV fino alla condanna della
giustificazione di ogni violenza bellica in nome
di Dio da parte di Giovanni Paolo II. E' un
percorso assai tormentato, dove la costante
invocazione alla pace - sempre più pressante,
man mano che aumenta il potere distruttivo degli
ordigni bellici - si accompagna all'affermazione
della liceità morale della guerra (almeno
difensiva). L'autore nella sua attenta e
approfondita analisi tocca diversi aspetti
cruciali: dal pacifismo all'obiezione di
coscienza, dalle discussioni sulla guerra
coloniale e sulle guerre di liberazione alla
condanna della guerra santa.
Daniele Menozzi insegna Storia contemporanea
nella Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le
sue pubblicazioni: "Storia del cristianesimo"
(curato con G. Filoramo, Laterza, 1997); "Sacro
Cuore. Un culto tra devozione interiore e
restaurazione cristiana della società" (Viella,
2002); "Una storiografia inattuale? Giovanni
Miccoli e la funzione civile della storiografia"
(con G. Battelli, Viella, 2005) e "Giovanni
Paolo II. Una transizione incompiuta?" (Morcelliana,
2006). |